La nuova casa di VAR in Italia è un dato di fatto e un passo verso il futuro. Il centro misura 2.400 metri quadrati, otto sale dedicate alla sola Serie A, quattro alla Serie B, 17 stadi interconnessi, più di 250 chilometri di cavo e “nati” in soli quattro mesi, a Lisone.
Si tratta, scrive la Stampa, di un triplice salto nel futuro, perché come sottolinea il numero uno della Serie A Paolo Dal Pino, “Siamo gli unici in Europa ad avere un centro del genere”.
L’Italia è stata la prima grande federazione a rivoluzionare gli stadi lenti e ora è pronta a fare lo stesso su uno dei suoi problemi più urgenti: il fuorigioco.
Oggi la tecnologia interviene scientificamente, mentre un tempo c’era il concetto di “luce” tra i corpi e solo con la sua presenza il gioco si ferma, altrimenti l’azione continua: oggi, anche un centimetro avanti viene punito con l’interruzione del gioco.
La FIFA ha chiesto al presidente della Federcalcio italiana (FIGC), Gabriele Gravina, di avviare un nuovo intervallo tra test e sperimentazione, per capire se e come sia possibile tornare alla cosiddetta “luce”, ma con il nuovo strumenti attualmente disponibili.
Il campo che sarà determinato per le prove è il campionato nazionale under 18. Nella fase successiva, il file finirà sul tavolo dell’IFAB, l’unico organismo al mondo responsabile di modificare le regole del calcio.
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