Tutto punta a una vittoria per i diritti alle elezioni del 25 settembre. I timori di una recessione si sono insinuati nella campagna.
L’Italia balcone senza entusiasmo per la campagna elettorale Le elezioni parlamentari del 25 settembre, a cui pochi hanno partecipato e hanno acquisito un’aria ottusa. Il problema che ha attirato la loro attenzione è stato aumento incontrollabile dei prezzi del gas, dell’elettricità e altri prodotti energetici che si generalizzano alla cosiddetta “caro vita”.
I salari nei settori popolari sono cresciuti più bassi che in altri paesi sviluppati. L’Italia è l’ultima della classifica: gli stipendi sono cresciuti dello 0,3% negli ultimi trent’anni, rispetto a oltre il 30% in paesi come Francia o Germania e più nel resto dei 27 paesi dell’UE.
Una vittoria importante è prevista per l’alleanza giusta, che fa promesse simili ad altri poteri politici.
D’altronde è certo che l’Italia, come altri europei, sta andando alla deriva grave shock dalla crisi economica che raggiungerà livelli devastanti nel prossimo autunno-inverno.
Giorgia Meloni che prende forza
La grande novità politica è che l’alleanza di estrema destra molto probabilmente vincerà con ampio margine, secondo i sondaggi, e si insedierà a Palazzo Chiggi. per la prima volta in una donna Giorgia Meloni, 45 anni, e un partito venato di radici e nostalgie neofasciste, chiamato Fratelli d’Italia.
Gli ultimi sondaggi di martedì hanno mostrato che il partito di Meloni ha guadagnato un altro punto nell’ultima settimana al 25%, mentre il suo omologo della Liga, guidato da Matteo Salvini e dall’ex tre volte primo ministro Silvio Berlusconi, ha perso il potere.
La Lega di Salvini è rimasta al 12,5% e Berlusconi è sceso al 7%. La novità è che il Movimento 5 Stelle populista di centrosinistra, che è cresciuto nelle stime, lo sta praticamente eguagliando al 12,3%.
Più drammatico il caso Berlusconi, che scende al 7% nel sondaggio e superato dal gruppo di centrodestra Acción, con il 7,4%.
Questo cambiamento non ha fatto scattare l’alleanza di centrodestra, con Berlusconi l’unico a rivendicare il centro. Ma mostrano alcuni segni.
Salvini, un populista di destra che favorisce grandi promesse agli elettori, come un’aliquota fissa del 15% sulle imposte sul reddito, soffre di un’emorragia di consenso da tre anni, quando era il politico più popolare d’Italia. con il 34,5%. Alcuni di quelli che andarono lo fecero nella tenda politica del partito di Giorgia Meloni.
personaggio nella danza
Questo flusso è continuo. Diritti accumulati 46-47% in base alle oscillazioni dei sondaggiche è lontano dal 28,7% raccolto dalla debole alleanza di centrosinistra guidata dal Partito Democratico insieme a gruppi minori.
Lo slancio dimostrato da Accion facendo passare la Lega Salvini alle urne ha ravvivato le speranze della regione di centrosinistra di poter condurre una degna battaglia nelle urne e nella gestione tipica dei regimi parlamentari. Un altro sondaggio dell’ultimo minuto mostra che tra gli under 34 il centrosinistra è molto più forte.
Il primo partito non era di Giorgia Meloni ma il Pd di Enrico Letta. La grande differenza complessiva di 18-19 punti si dimezza a livello giovanile.
Gli esperti ritengono che questi dati siano insufficienti per ribaltare le stime perché l’attuale legge elettorale (per la quale hanno votato anche i Democratici, quindi non possiamo lamentarci) prevede che i due terzi dei 600 deputati e senatori in gioco siano eletti proporzionalmente. La trappola è nel restante terzo dove governa il meccanismo uninominale.
Si stima che i diritti domineranno così tanto le elezioni per i seggi dei singoli membri che nel conteggio finale potranno farlo più di due terzi dei parlamentari eletti. Per il centrosinistra sarebbe l’equivalente di un disastro.
Ombra della recessione
Il fantasma che incombe sempre più sulla campagna elettorale è il contesto economico che si è trasformata in una polveriera che non durerà a lungo per esplodere in una recessione è almeno simile a quella che ha punito il mondo nel 2008.
Il rapido e confuso aumento dei prezzi dell’energia del gas naturale e dell’elettricità ha portato ad aumenti del 100.200, 400 e persino del 1000 percento. In Italia si parla di 120mila aziende soffocate da improbabili fatture che aprono la prospettiva alla chiusura delle catene di negozi, con centinaia di migliaia di lavoratori licenziati.
Lo scenario è complicato perché il governo resta in carica fino a quando non nasceranno le elezioni emergenti di inizio novembre, guidate dal dimissionario presidente del Consiglio Mario Draghi.
Il capo del governo si è opposto all’enorme aumento del debito pubblico dell’Italia per far ripartire i fondi tra imprese, lavoratori e altri settori frenati dalla crisi diffusa.
A breve sono attese due decisioni di soccorso. I governi tengono traccia dei fondi ovunque in modo che non cadano nella “varianza di bilancio”, che nasconde l’ovvia e semplice verità dell’aumento del debito pubblico.
Gli industriali chiedono subito 40 miliardi di euro per far fronte alla situazione. Con altri settori, il dato dei fondi a fondo perduto è raddoppiato. L’Italia produce annualmente un Prodotto Interno Lordo di 1,6 trilioni (milioni di milioni) di euro. Ai 70 miliardi pagati per interessi sul debito pubblico, che ammonta a 2,7 miliardi di euro, bisogna aggiungere.
Aggiungere debito significa stimolare una grande speculazione pronta all’azione. A questo punto, più debito aumenta il divario di interessi tra titoli italiani e tedeschi, una festa finanziaria che danneggerà l’Italia.
Roma, corrispondenza
CB
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