ROMA13 giugno – I partiti conservatori emergono sulla buona strada per vincere una serie di elezioni locali in tutta Italia, secondo i risultati preliminari di lunedì, ma un referendum sulla riforma della giustizia sostenuto dal leader di estrema destra Matteo Salvini non ha avuto successo.
L’elezione del sindaco, svoltasi domenica, presenta un nuovo test elettorale per la maggior parte dei partiti italiani in vista delle elezioni parlamentari del prossimo anno.
Il blocco di centrodestra formato da Lega Salvini, Fratellanza Italiana e Forza Italia, guidato dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, punta alla vittoria nella maggior parte dei 26 capoluoghi di provincia e di regione in gioco.
Governò già molte di queste città, come Genova e L’Aquila, ma catturò il capoluogo siciliano, Palermo, da un’alleanza di gruppi di centrosinistra, tra cui i Democratici.
Nella città settentrionale di Verona, tradizionale roccaforte conservatrice, il loro candidato, l’ex nazionale di calcio Damiano Tommasi, ha preso il comando, dopo che l’ala di centrodestra non è riuscita a unirsi con un candidato comune.
Tuttavia, Tommasi non ha ottenuto la maggioranza, quindi affronterà il secondo turno il 26 giugno, dando ai suoi avversari un’altra possibilità di unirsi attorno a uno sfidante.
Sebbene i partiti tendano a presentarsi in varie alleanze alle elezioni locali in Italia, gli elettori indicano le loro preferenze individuali, rivelando i punti di forza relativi dei vari gruppi coinvolti.
Gran parte del focus sarà se i Fratelli d’Italia, formazione di destra guidata da Giorgia Meloni, riusciranno a mantenere i sette punti di vantaggio sulla Salvini League che hanno costruito negli ultimi sondaggi.
Se il centrodestra vince le elezioni parlamentari del prossimo anno, il partito al governo deciderà chi dovrebbe diventare primo ministro. La Lega è stata leader indiscusso del blocco fino allo scorso anno, quando una serie di passi falsi di Salvini ha visto diminuire il suo sostegno.
Domenica ha accettato un’ulteriore battuta d’arresto, poiché gli italiani hanno rifiutato un referendum sulle modifiche al sistema giudiziario, per il quale Salvini si era personalmente battuto. Ha votato solo il 20,9% degli elettori, ben al di sotto della soglia del 50% richiesta per la validità dei risultati.
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