WTA Palermo: il “polpo” Paolini non doma mai le mosche in semifinale. Bronzetti la segue a tarda notte

Jasmine Paolini salva due match concentra e vince dopo un’importante lotta durata tre ore a nord sul favorito. 8 Nuria Parrizas Diaz. Appena tre ore circa anche Bronzetti a superare i compromessi di GarciaRest. Si può così riassumere la diabolica lotta riportata ai quarti del 33° Ladies Open di Palermo dalla favolosa capostipite Jasmine Paolini. Quindi. 61 WTA conquistata dopo oltre tre ore di gioco sul tds n. 8 Nuria Parrizas Diaz, dimostrando un’anima seria e strepitosa e sfruttando appieno i tre giorni di riposo a causa della mancata partita degli ottavi contro Zhang. L’effettiva novità del blu alla fine ha avuto un impatto su di lei in modo significativo, dopo che l’ha piuttosto scacciata contratta all’inizio. Rilascia due focus match nel set successivo e termina il risultato che è stato interferito nel 2019 prima di KikiBertens. L’anno scorso aveva appena avuto la possibilità di staccare il muro dei quarti di finale una volta, a Portorose, quando aveva portato a casa il campionato. Lei quest’anno era arrivata ad appena un quarto a Lione, e si era presentata nel capoluogo siciliano con uno scatto di 6 ko di fila. Il Palermo ci ha restituito Jasmine Paolini.

LA PARTITA – Entrambi gli eroi della prova resistono verso l’inizio nei loro turni separati di amministrazione, con Paolini bravissimo a rimontare dal 15-30 e Parrizas Diaz costretto a chiudere un break point nella sua partita più memorabile al servizio. La spagnola poi, a quel punto, escogita come salvarsi dai benefici, rispondendo così istantaneamente alle azzurre. Da sempre si notano ovviamente le doti specialistiche dei due giocatori, ma su ognuna delle qualità e dei punti di fallimento a confronto del loro gioco, che potrebbero essere esasperati dall’attuale conflitto: il 31enne andaluso è piaceva per la corposità del pallone, per via delle sue capacità reali più degne di nota riguardo ai due centimetri e ai chili, mentre la 26enne di Castelnuovo di Garfagnana può sfruttare la sua prevalente arziosità e velocità nel coprire il campo, con portabilità e sviluppi supportati ad un potere ben più significativo rispetto a n. 8 della coltivazione. Questi diritti strategici presuppongono così un incontro, dove il n. 54 del mondo ha bisogno di compiere altre cose il gioco tenta di dare il proprio stato d’animo ai mestieri, piuttosto che un Jasmine più dedito allo stadio cauto e pronto a saltare dappertutto l’occasione di barcollare quando l’iberico si abbrevia non avendo l’opzione risparmiare a lungo sulla fuoriuscita ritardata, ammesso che il tennista toscano dovesse tenere il passo con profondità e solidità nelle esecuzioni. duello, è molto lontano dal top toscano abile nel 2022 anche per battere un’amazzone come Sabalenka in quel di Indian Wells. Paolini, infatti, si mostra estremamente contratto e proprio sofferente nel suo fondamentale dono Di lei: la velocità e la ricorrenza delle piccole mosse per scovare la giusta ricerca del pallone. Questa sorprendente gradualità produce come risultato alcuni errori abbastanza sferrati, uno schiaffo di dritto lanciato in rete senza grazia e un tiro al volo completamente alla rinfusa. Indiscutibilmente la presenza di una Jasnot totalmente calma e la vittima di doni intensi, è dovuta alla mancanza di partite da lunedì, dopo il ritiro di Zhang agli ottavi. Una pausa dai campi forzata che non l’ha aiutata per niente dell’immaginazione, e ciò può ugualmente dedursi da una specifica frenesia dell’italiano. Quindi. 61 della graduatoria, infatti, agisce in discorsi rimaneggiati con lo scopo, comunque, di tentare di smuoversi. Perché oltre a piagnucolare fisiologicamente per le sensazioni negative che prova quando colpisce, cerca anche di esortarsi a cambiare la velocità della partita contro di lei. La volontà di cambiare la dormienza, si trasforma in campo in risposte elettive per spezzare la musicalità e mettere in discussione le convinzioni maturate da Nuria: manichette e assalti controtempo. Ciononostante, sembra che nulla capisca come scalfire il locale di Granada, anche alla luce del fatto che il suo rapporto con i focus di rottura di Jasmine è abbastanza estasiato. Sulla scia di essere sorto sano dal rischio primario, infatti, il coltivato n. 8 ha finito per essere più concreto del n. 3 d’Italia brekkando sul primo tentativo nella terza partita – a prescindere che Paolini fosse 30-0 – e in più avendo un break point per il pesante 4-1. In questo momento l’allievo di Renzo Furlan otterrebbe l’occasione di rientrare completamente, tuttavia la classe ’91 perde due palloni per un 3-3 grazie a due notevoli incrementi di velocità e resta in vantaggio. Il precedente 48 WTA va a chiudere il set e quando sembrava finito, Paolini si trasforma in una piovra e, tentacolosamente, rimanda tutto dalla parte opposta.

La protezione al “polpo” Nole è distruttiva, la quinta occasione di avanzamento è quella grande: 5-5. Attualmente la toscana è salita di temperatura, è sempre più coinvolta nel match. Il livello della battaglia è sicuramente salito, i vincitori aumentano e gli errori diminuiscono così. Nuria sembra non aver vissuto la reazione del contro-break e acquisisce un’occasione per il nuovo vantaggio. Eppure Jasmine non si arrende, è davvero forte e siamo 6-5. Mette il muso in avanti in modo interessante sin dal girone iniziale del match, inoltre adesso è veramente furiosa per le azzurre, cambiando continuamente livello e punti dei suoi tiri. È un ostacolo credibile per tutto e così appare il set point per il tennista di casa. Purtroppo per la Toscana la risposta decolla, quindi il tie-break è inevitabile. Qui, in ogni caso, il punto primario fin d’ora controlla totalmente, quale sarà la partita ostile definitiva per il precedente n. 44: doppia uscita e piccolo break veloce della Spagna, Jasmine lo recupera molto velocemente con una reazione incredibile. Comunque a quel punto nastro beffardo e un forte Nuria vola sul 6-1. Paolini, comunque, indaga ogni possibilità, abbrevia fino al 6-5 esibendo tutta la sua personalità Di lui. La palla del quinto set, comunque, finisce per essere micidiale, quindi nuoce molto di più. Il rimbalzo è vicino ma non finito. Un’ora e otto minuti ed è 7-6 (5) per gli spagnoli. Merito per l’andalusa, che ha mostrato una straordinaria immobilità mentale, stando a distanza in pochi minuti quando ha brillato più dell’avversario e sembrava resistere di punto in bianco.

La ripresa delle minacce, dopo un paio di momenti di tregua per permettere a Parrizas Diaz di arrivare negli spogliatoi e cambiarsi, è il risultato immediato dell’ultima parte del debutto. L’esito per il modo in cui si dispiega l’ultima corsa del set principale si fa sentire o più ronza enfaticamente nella mente di Paolini. Inizia con una frazione di sei punti a uno per l’iberica, poi Jasmine riprende un po’ di forza e torna ancora una volta nella battaglia. Recupera da 0-40, ma il quinto break point è micidiale. L’enorme contrasto con il set primario è che ora i discorsi delle azzurre con se stessa sono spenti, la Toscana è triste e delusa. Non sente la palla e il lavoro fatto per tornare nella divisione principale è finito per essere assolutamente inutile, finendo per aver speso una tonnellata sia dal punto di vista delle energie fisiche e mentali che con un pugno di mosche in pugno. Per quanto la riguarda, la 31enne granadina è di fortunata congruenza, mostrando in modo impeccabile le sue aperture spostando volontariamente l’italiana per farla ritirare dallo stendardo. Tra l’altro ha ancora freddo quando deve affrontare tratti difficili, esce perfetta dal terzo game facendo cadere due strepitose porte aperte per il contro-break e rimonta 4-1. Jasmine ha riscoperto la sua vena spietata, tuttavia al momento sembra che il treno sia passato. Non in nessun modo forma o forma, la potenza italiana si trascina armoniosamente sui binari, la “forza” italiana incrementa decisamente mentre la n. 8 sul tabellone sbaglia quando fa la differenza più grande. Come nel set principale Parrizas non chiude, nonostante la possibilità di fare tale con il servizio. Inoltre, come se non bastasse, i due focus match che non sono emersi nella partita passata finiscono per essere perniciosi. Jasmine ha fegato in eccesso e persino brekka nell’undicesima partita. Nuria non c’è più, ha perso completamente le proporzioni del campo, per niente come un Paolini: da capogiro per quanto evidente, il successivo set point azzurro ne ha approfittato. Passa al terzo posto dopo 2h05 di gioco, per una nostra forza di volontà essenziale.

Lance Norris

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