Un aumento della spesa militare al 2% apre una crisi politica in Italia

Mario Draghi, questo martedì in azione a Napoli. / EP

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, incontra il Presidente della Repubblica dopo che il Movimento 5 Stelle si rifiuta di aumentare gli investimenti in Difesa

Dario MINORE Corrispondente a Roma

Un aumento della spesa militare al 2% del PIL, come richiesto dagli Stati membri della Nato, ha aperto una crisi politica in Italia dai risultati incerti. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato martedì sera il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per informarlo delle difficoltà incontrate nella coalizione che sostiene l’Esecutivo per aumentare gli investimenti nella difesa.

In particolare il Movimento 5 Stelle (M5E), il più grande partito in Parlamento e parte di un’alleanza di governo, che rifiuta di aumentare la spesa pubblica nel settore, invece di dedicare quelle risorse a frenare l’aumento dei prezzi dell’energia o gli investimenti sanitari. Con questa posizione, le forze politiche con ideologie trasversali e che inizialmente avevano fatto del populismo uno dei loro stendardi, stavano cercando di ottenere visibilità quando i sondaggi d’opinione lo hanno messo al 13% di intenti di voto, quasi 20 punti in meno rispetto all’inizio del il legislatore, nell’anno 2018.

Draghi si è recato al Palazzo del Quirinale, dove ha sede la Presidenza repubblicana, per incontrare Mattarella dopo un difficile incontro a Roma con Giuseppe Conte, l’ex presidente del Consiglio e leader del M5E. Ha detto al capo del governo che c’erano altre “questioni prioritarie” di fronte all’aumento della spesa militare e ha chiesto che tale aumento fosse però collegato allo sviluppo di un “piano politico a livello dell’UE”. “In quest ‘area.

sopravvivenza della coalizione

Il rifiuto di Conte potrebbe mettere a repentaglio la sopravvivenza della coalizione che appoggia l’Esecutivo. Fonti del Gabinetto del Primo Ministro hanno assicurato che in un momento difficile per l’Europa a causa dell’invasione russa dell’Ucraina, il “presunto impegno” con la Nato non può essere discusso. Hanno anche avvertito che se il M5E non ha ceduto a un aumento fino al 2% del PIL “il patto che mantiene in vita la coalizione fallirà”.

La reazione del leader del M5E ha sollevato preoccupazioni in altre forze politiche che fanno parte dell’alleanza di governo. Una fonte del Pd (PD, centro sinistra), ha preso atto delle preoccupazioni del suo leader, Enrico Letta, mentre Matteo Renzi, della piccola formazione Viva Italia, è andato oltre commentando in un messaggio postato sui social: «Draghi è un statista, Conte è populista. Siamo con Draghi, siamo con l’Italia”.

Daniel Jensen

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