“Passare giornate a parlare di leadership è una perdita di tempo”

MADRID, 26 luglio (STAMPA EUROPEA) –

Il leader della Lega di estrema destra, Matteo Salvini, ha dichiarato questo martedì che parlare di futuro del governo italiano è una “perdita di tempo” e ha indicato che, in vista delle elezioni previste per il 25 settembre, “c’è meno tempo di cui parlano i politici.” Questo problema è migliore”.

“Passare giornate a parlare di leadership è una perdita di tempo”, ha detto prima di dichiarare che “l’Italia sceglierà chi sarà eletto e dominerà chi avrà più voti”. “Non vedo dove sia il problema”, ha detto.

A questo proposito, ha indicato che inviterà il leader dei Fratelli italiani, Giorgia Meloni, e l’ex presidente del Consiglio e presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, alla riunione del partito in programma per questo mercoledì. “Ci concentreremo solo sui programmi”, ha detto, secondo le informazioni dell’agenzia di stampa Adnkronos.

Inoltre, ha insistito affinché le parti discutessero “cosa accadrà dopo il 26 settembre”. “Non capisco perché mettere in discussione l’alleanza”, ha insistito, pur difendendo che “il centrodestra si sta finalmente riunendo dopo tre anni”.

A questo proposito, ha indicato che “non sarà soddisfatto se la Lega ottiene meno del 20 per cento dei voti”. “Ci arriveremo”, ha detto.

Intanto il segretario generale del Pd, Enrico Letta, ha indicato che l’elezione si tradurrà in una vittoria «per la comunità europea o per il nazionalismo europeo».

“Il risultato ovviamente andrà in una di queste due direzioni, non era previsto il pareggio. (…) La scelta è tra noi e Meloni”, ha precisato prima di affermare che c’è “una differenza enorme tra i due in termini di diritti”.

Per Letta, “mai come oggi in Italia si è messo in discussione il futuro della società italiana e la libertà di milioni di giovani”. Per questo insiste nel “riconoscere il lavoro dei più giovani”.

Rivolgendosi alle elezioni, ha insistito sul fatto che le discussioni sulla leadership erano “assurde” e aveva sottolineato che “se il partito ha bisogno di lui, svolgerà pienamente il ruolo di candidato” per le elezioni.

Daniel Jensen

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