Mario Draghi ha presentato mercoledì il suo primo grafico macroeconomico da presidente del Consiglio dei ministri italiano. Un momento atteso e altamente simbolico, visto il prestigio accumulato durante il suo incarico di presidente della Banca centrale europea, che dà una misura dell’ottimismo vissuto in Italia. Il documento prevede una crescita del 6% invece del 4,5%, come previsto quattro mesi fa, per il 2021. Aumenta anche la crescita nel 2022, che raggiungerà il 4,7%. Inoltre, il deficit sarà del 9,4%, anche questo leggermente inferiore alle previsioni e rispetto al 2020. Lo stesso vale per il debito pubblico, tallone d’Achille italiano, che diminuirà progressivamente nel prossimo triennio. Draghi gonfiò il petto e sottolineò la sua tesi. “Questa è la conferma che i problemi del debito sorgono con la crescita. E questo significa che dobbiamo prestare attenzione a quali misure contribuiscono alla crescita sostenibile ed egualitaria”, ha affermato.
I dati presentati da Draghi e dal ministro dell’Economia, Daniel Franco, mostrano uno scenario di crescita costante nei prossimi anni che in Italia non ha precedenti nell’ultimo quarto di secolo. Nel 2022, il PIL dovrebbe aumentare del 4,7%, 2,8% nel 2024 e 1,9% nel 2024. Quest’ultima cifra continuerà a essere più alta rispetto agli ultimi tempi e mostra, nelle parole di Draghi, come il paese guadagnerà un alto reddito velocità di roaming che gli consente di affrontare i problemi in sospeso.
La tanto attesa riforma fiscale non è ancora pronta e non può essere presentata. C’è troppo divario tra ciò che le parti hanno chiesto. La prossima settimana, ha assicurato Draghi, il documento che limita le riforme sarà presentato e dovrà essere discusso in Parlamento. Cosa che non sembra facile, visto che formazioni come la Lega continuano a chiedere un’aliquota forfettaria dell’Irpef. Inoltre, bisognerà fare i conti con come si concluderà la riforma delle pensioni approvata nella precedente amministrazione.
Il ritardo nel concordare queste domande non ha preoccupato Draghi, il quale ha affermato che “c’è fiducia nell’Italia, non c’è ritardo con la scadenza concordata con l’Unione Europea”. “Il ritardo della riforma fiscale non è dovuto ai partiti politici, ma all’attività sempre più intensa del governo”, ha detto, cercando di spostare il focus sulle differenze emerse dalle diverse sensibilità politiche che hanno fatto salire l’Esecutivo.
Draghi non ha approfondito la futura legge di bilancio, ma ha affermato che si dovrebbe investire di più nella Difesa. Il nuovo margine di investimento o modifica fiscale è piuttosto ampio, ha spiegato il ministro dell’Economia Daniel Franco. “Tutte le previsioni per l’economia italiana sono state riviste al rialzo. Il quadro economico è molto migliore di quanto pensassimo”, ha detto.
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