L’Italia ha ribadito la sua politica migratoria dopo un naufragio che ha ucciso 64 persone in Calabria

Il governo italiano sta difendendo una controversa nuova legge che limita il numero di soccorsi ai migranti che possono essere effettuati dalle navi delle ONG in alto mare. L’amministrazione di destra assicura che questa politica non è responsabile delle recenti tragedie nel Mediterraneo e, in particolare, del micidiale naufragio di domenica scorsa in Calabria.

Il governo italiano ha descritto come inevitabile una nuova decisione che cambia il modo in cui le ONG possono operare per salvare i migranti all’estero.

La norma è “assolutamente necessaria perché, in un contesto di numeri in crescita, è diminuita drasticamente la percentuale di sbarchi sulle nostre coste dovuti alle risorse navali delle Ong”, ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

Segue il comunicato naufragio domenica scorsa 26 febbraiovicino alla località balneare di Steccato di Cutro, sulla costa orientale della Calabria – che ha ucciso almeno 64 persone – ha riacceso le polemiche sulla sua rigida politica anti-migrazione.

Ma Piantedosi insiste sul fatto che “non c’è alcun legame tra le nuove regole e la probabilità di un aumento dei morti in mare”.

“Chi mette l’incidente della barca di Cutro in relazione alle nuove norme dice bugie o per ignoranza o malafede, perché quella è una linea che le Ong non hanno mai percorso”, ha detto Piantedosi.

Il dibattito si è riaperto dopo la recente tragedia.

Qual è la nuova decisione sull’immigrazione italiana?

Sale a 64 il numero dei morti per naufragio in Calabria

Con Reuters ed EFE

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Daniel Jensen

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