MADRID, 23 AGOSTO (EUROPA PRESS) –
La ONG tedesca Sea-Eye e la ONG Open Arms hanno condannato mercoledì il fatto che il governo italiano abbia imposto un blocco alle loro attività di salvataggio nel Mediterraneo, portando a tre in meno di tre giorni il numero totale delle organizzazioni colpite dalla nuova legge sull’immigrazione. .
La Sea-Eye tedesca ha riferito che il governo italiano ha bloccato l’attività della sua nave di salvataggio in mare “Sea Watch 4” per 20 giorni dopo che l’equipaggio ha salvato 114 persone in tre diverse missioni durante il fine settimana.
“Siamo nuovamente accusati di aver effettuato diverse operazioni di salvataggio. Se non lo facciamo, la gente morirà”, ha dichiarato il presidente della ONG, Gorden Isler, secondo una dichiarazione compilata dall’agenzia di stampa DPA.
Nel frattempo, la spagnola Open Arms ha confermato che l’Italia ha imposto un blocco amministrativo di 20 giorni alle sue attività, oltre a una multa di 10.000 euro, dopo aver sbarcato 195 migranti nel porto di Carrara, in Toscana.
“Dopo aver effettuato decine di interventi di soccorso e salvataggio questo mese su richiesta della Guardia Costiera italiana, sotto un attento coordinamento, oggi hanno attuato il ‘Decreto Meloni’ che limitava i soccorsi a un salvataggio e impediva la protezione delle vite umane in pericolo. in mare”, ha detto sul social network X, precedentemente noto come Twitter.
Lunedì, le autorità italiane hanno temporaneamente bloccato la nave di soccorso “Aurora” della ONG tedesca Sea-Watch, come rappresaglia per aver attraccato all’isola di Lampedusa, e non in un altro porto assegnato, per sbarcare 72 migranti e rifugiati, nonostante il fatto che l’organizzazione avevano avvertito che non potevano arrivare a tanto.
Il governo italiano, guidato dal gruppo di estrema destra Georgia Meloni, è stato criticato dalle ONG internazionali per aver sostenuto politiche che finiscono per punire i migranti ostacolando le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo e ignorando le difficoltà e gli abusi vissuti in questi stessi paesi. hanno firmato un accordo, nel caso della Tunisia o della Libia.
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