Mario Draghi si prepara ad una feroce battaglia per il bilancio dello Stato. Il 11 aprile sarà inizialmente pubblicato il Documento economico e finanziario (DEF), che definisce gli obiettivi di crescita e finanza pubblica. Dato il continuo sconvolgimento economico, la fine sarà già la prossima settimana.
Budget interrotto
“La previsione di crescita della Commissione europea del 4,1 per cento quest’anno potrebbe essere rivista in modo significativo al ribasso”, ha detto al Senato il ministro dell’Economia Daniele Franco. Ciò richiede l’aggiornamento del DEF tenendo conto della necessità di ulteriori possibili azioni a sostegno del business. Il governo ha mobilitato 19 miliardi di euro per limitare l’impatto del boom dei prezzi delle bollette energetiche e spera di non dover fare nuovi passi che amplierebbero leggermente il disavanzo pubblico. Stimato al 7,3% del PIL nel 2021, il disavanzo dovrebbe scendere al 5,6% del PIL entro il 2022 e il debito pubblico al 150,4%, secondo previsioni che saranno quindi fortemente riviste al rialzo.
“Il deterioramento delle prospettive economiche richiede politiche di vasta portata, coordinamento a livello europeo e coesione a livello nazionale”, ha affermato. È stata testata una coesione per quanto riguarda l’aumento delle spese militari. Dovrebbero essere aumentati al 2% del PIL annuo contro l’attuale 1,6% per onorare gli impegni presi dall’Italia nei confronti della NATO. Passeranno così dagli attuali 25,9 miliardi di euro a 36 miliardi di euro. Il ministero della Difesa quest’anno dovrebbe beneficiare di ulteriori dieci miliardi di euro.
L’aumento delle spese militari aumenta la resistenza
Questa generosità verso le forze armate italiane, trascurata per anni, è ben lungi dal creare una sacra unione in parlamento. “La nostra reazione al conflitto ucraino non può essere emotiva riarmandosi”, ha avvertito Giuseppe Conte. Il leader del M5S ha minacciato di non votare per la DEF e ha sottolineato altre priorità che il suo partito vuole destinare alle risorse statali: energie rinnovabili, contenimento dell’aumento delle bollette energetiche e benefici sociali.
Un pacifismo ampiamente condiviso, anche dalla Lega, che si è fatta conoscere negli ultimi anni per il suo tono bellicoso. “Le pistole non sono mai la soluzione, ne parliamo con troppa leggerezza in questo momento”, ha detto Matteo Salvini, cercando di far dimenticare la sua ammirazione per Vladimir Putin. Ora fa eco al giudizio del Papa secondo cui “l’aumento delle spese militari è una vera follia”. Per Mario Draghi permetterà di “difendere i nostri valori e realizzare la difesa dell’Europa che conta”.
Affrontare l’incertezza
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