L’ambiguità della destra italiana nei confronti dei neofascisti

In tutte le democrazie del mondo, le campagne urbane sono un momento speciale della vita civile. Parliamo di ambiente, urbanistica, grandi investimenti, tutto ciò che tiene i cittadini attaccati al loro ambiente. A questo livello, come a molti altri, a Roma non c’è niente di simile da nessun’altra parte. Mercoledì sera, quattro giorni prima del secondo turno di votazioni che dovrà decidere tra di loro, il 17 e il 18 ottobre, i due candidati sindaco ancora in corsa, l’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (Partito Democratico, a sinistra), nel favorito, ed Enrico Michetti (candidato civile sostenuto da tutte le potenze di destra), ha fatto cenno a questo argomento in un dibattito televisivo trasmesso in diretta RAI 1. Ma lo spirito è altrove.

In questi giorni, infatti, un argomento si è imposto nel dibattito fino a superare tutti gli altri: l’impunità di cui godono da anni alcuni gruppi neofascisti minori molto affermati a Roma, e più in generale l’ambiguità dei diritti moderati. di fronte alla memoria del fascismo.

Personaggi noti del neofascismo romano

La polemica è nata da eccessi avvenuti a seguito di una manifestazione contro la generalizzazione dei permessi sanitari, svoltasi sabato 10 ottobre. A pochi giorni dall’estensione dei nulla osta sanitari obbligatori a tutti i luoghi di lavoro, entrata in vigore il 15 ottobre, la protesta degli oppositori è stata più forte e le manifestazioni hanno riunito diverse migliaia di persone. Dopo i primi scontri con le forze dell’ordine, diverse centinaia di manifestanti, fingendo di dirigersi verso Palazzo Chigi, sede del governo, si sono recati presso la sede della Cgil (il più grande sindacato italiano), hanno fatto irruzione nell’edificio e hanno saccheggiato diversi uffici.

In testa al corteo una figura illustre del mondo neofascista romano: Roberto Fiore, 62 anni, già cofondatore, nel 1979, dell’organizzazione Terza Posizione, da tempo fondata a Londra dopo essere stata costretta a fuggire per sfuggire all’Italia giustizia, dopo il ritrovamento di esplosivo nella sua sede del partito, ed è ora segretario nazionale del partito Forza nuova (FN).

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Brevemente eurodeputato (2008-2009) e con una fortuna di diversi milioni di euro, godette di una notevole aura tra i neofascisti romani, anche se aleggiavano sospetti sul suo coinvolgimento nell’attentato alla stazione ferroviaria di Bologna (2 agosto 1980, 85 morti). ) e voci di passati legami con i servizi segreti britannici.

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Lance Norris

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