Tre anni di reclusione per falsificazione e uso di atti amministrativi stranieri falsificati, ecco la condanna che il pm ha chiesto ad A. Niang. Quest’ultimo, 66 anni e padre di famiglia, è accusato di aver falsificato il timbro dell’Ambasciata italiana per legalizzare atti amministrativi.
Questo fatto si è verificato nel 2019. A. Diallo aveva assunto i servizi di A. Niang per legalizzare certificati di nascita e casellario giudiziario presso l’Ambasciata italiana. Questo è, a nome di B. Ka, un emigrante in questo paese. A. Niang ha richiesto un totale di 50.000 FCfa per completare l’attività senza intoppi.
Tuttavia, dopo aver ricevuto un certificato di nascita e un casellario giudiziario autenticato, il destinatario B. Ka, ha visto i suoi documenti rifiutati nel paese ospitante a causa di falsi e uso di falsi. Nel frattempo, 2 anni dopo, i civili hanno intrapreso un’azione legale per, sulla base di possibili condanne, fornire prove che potessero chiarire la loro situazione.
Di fronte al giudice, il falsario nega i fatti, si dichiara innocente. Secondo lui, è stato tratto in inganno da un altro venditore diretto al quale ha affidato documenti per un totale di 40.000 FCfa. Solo che, dopo tanti anni, non ricorda più l’identità di quella persona. Le parole affermate da A. Diallo, perché se ci atteniamo alla sua testimonianza, l’imputato non sbaglia mai. Hanno dovuto lavorare un paio di volte in passato.
Tuttavia, considerata la gravità del fatto, il pm ha chiesto 3 anni di reclusione. La discussione sarà consegnata oggi.
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