Chiesero quattro anni di reclusione per Paolo Rocca per il pagamento di una tangente internazionale da Techint

Lo ha chiesto un pm italiano quattro anni e sei mesi di reclusione per gli imprenditori italo-argentini Paolo Roccaaccusato insieme al fratello e ad altri colleghi di Gruppo Tecnico pagare tangente beneficiare del lavoro in Brasile.

Si tratta della pm Donata Costa, che ha chiesto al giudice del settimo tribunale penale di Milano la condanna per aver pagato una cifra prossima al 6,5 milioni di euro all’ex manager di Petrobras, Renato Ducabeneficiando così maggiormente di contratti con compagnie petrolifere quotate in borsa brasiliane 1,4 miliardi di euro.

Lo rivela la giornalista investigativa Emilia Delfino in ElDiario Ardove precisa che Paolo Rocca, Gianfelice Rocca e Roberto Bonatti potrebbero ricevere una condanna che in Italia li lascerebbe in carcere effettivo, anche se a causa della loro età hanno potuto evitarla.

Paolo Rocca: “Non è il momento di lasciare l’Argentina”

Questo è un caso che riguarda pagamenti tra il 2009 e il 2013 e quello PROFILO ha anticipato dal 2017 in varie inchieste dello stesso giornalista Delfino, che lo scandalo Lava Jato e anche il caso Notebook sono collegati.

Renato Duque è stato processato e ammesso a ricevere i pagamenti davanti a un tribunale brasiliano, e la causa che ha messo sotto esame una delle famiglie più ricche dell’Argentina potrebbe essere determinata il prossimo aprile.

Paolo Rocca.

Lo ha fatto notare anche il pm Costa San Faustinocapogruppo del gruppo Techint gestito da Rocca e Bonatti (cugino di Rocca), con 1.239.200 eurochiedendo che ordinino la confisca di 6.592.891 euro, «importo che corrisponde al denaro inviato a un pubblico ufficiale (il Duca).

“Gruppo di affari criminali”

Il pm Costa ha parlato dei presunti complici dei tre uomini d’affari accusati e li ha definiti membri di “gruppi criminali operanti in diversi Stati”: Italia, Svizzera, Argentina e Brasile. Ha identificato Duque e le persone che lo hanno aiutato a creare una struttura offshore per incanalare i pagamenti Techint e riciclare denaro nel “Gruppo Brasile 1”.

Techint indagato per presunti pagamenti di tangenti in Italia, Brasile e Argentina

In “Argentina/Uruguay gruppo 2”, i pm hanno evidenziato la partecipazione centrale di Héctor Alberto Zabaleta, ex direttore dell’amministrazione Techint di Buenos Aires e una delle persone più fidate della famiglia Rocca; oltre ad altri due personaggi pubblici della multinazionale italo-argentina, l’uruguaiano Enrico Fabián Repetto Mariño e l’avvocato di Techint in Argentina, Fernando Mantilla.

PROFILE ha cercato di comunicare con Techint Group, che finora non ha risposto alle domande sul caso.

Lava Jato: l’origine dello scandalo

Il caso è in realtà nato nel 2015, quando il governo brasiliano ha avvertito il ministero della Giustizia italiano che Techint aveva “partecipato a tangenti a dirigenti della Petrobras di proprietà statale, da cui avevano ottenuto contratti per il pagamento di tangenti”, secondo la nota. l’accusa in sua difesa.

Lo scandalo ha avuto un impatto anche sui funzionari in Argentina, sebbene la causa non abbia mai funzionato.

Registro della corruzione

La causa che ha funzionato in Argentina è stata il Registro della corruzione, e ha qualcosa in comune con questa causa che Héctor Alberto Zabaleta è stato l’uomo che si è dichiarato pentito nel 2018 per aver dato tangenti a Roberto Baratta alla Techint, ed è stato lui a essere preso di mira e conti gestiti in Svizzera, che era anche l’obiettivo di pagare tangenti al Brasile.

JD / cp

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Daniel Jensen

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