Cento anni di Franco Corelli, cuore dell’opera italiana | Cultura e divertimento

Cento anni fa nasceva Franco Corelli, uno dei tenori più famosi dell’opera italiana e che conquistò inaspettatamente i più grandi templi poetici del mondo grazie alla sua voce distintiva e al suo contegno da classico rubacuori.

Lo stato ha preparato diverse iniziative per ricordarlo, in particolare una presentazione che ripercorrerà la carriera e l’eredità del cantante che ha raggiunto il picco in soli due decenni di carriera.

Corelli nasce l’8 aprile 1921 ad Ancona, città dell’Italia centrale affacciata sul mare Adriatico, da una famiglia di appassionati del Bel Canto.

Oltre a questo, in gioventù nessuno prevedeva che avrebbe raggiunto la fama sul palco. Di statura atletica, il ragazzo faceva parte della squadra di nuoto della sua città e nel 1939 si diploma geometra. Il piano è diverso e molto più noioso.

Ma la sua vita è cambiata dopo il servizio militare, quando ha iniziato a lavorare al Teatro delle Muse di Ancona, dove ha sentito alcuni dei migliori suoni al suo arrivo in città.

Questo interesse è stato influenzato anche dalla scelta del fratello Ubaldo di studiare canto all’Accademia di Santa Cecilia a Roma per iniziare una carriera segreta nel barithion, secondo l’enciclopedia di Scienze, Letterature e Arti dell’Istituto “Treccani”.

ORIGINE NEL MITO

Corelli inizia a studiare il mondo del “bel canto” anche se alcuni maestri cercano di scoraggiarla. Respinto in varie sedi, nel 1952 riuscì ad entrare nei cadetti dell’Opera di Roma, cosa che rafforzò la sua decisione di iniziare ufficialmente la sua carriera.

Notevole nella sua rinascita fu il ruolo della moglie, Loretta Di Lelio, figlia del famoso bassista Umberto De Lelio e che lo introdusse nei quartieri più scelti della Città Eterna.

Così il Teatro Costanzi romano e la “Carmen” Bizet rappresentarono il debutto di un tenore che iniziò a “cantare per suonare”, come lui stesso riconosceva. E nella capitale rimase sette anni per accrescere la sua fama, fino a recitare con Maria Callas stessa in “Norma”.

Per la precisione Corelli fu presente in uno dei momenti più controversi de “La Divina”, quando lasciò il palco di Roma nel 1958, schierandosi per il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, e il resto della borghesia italiana ai seggi .

Ma ha continuato ad aumentare il suo apprezzamento. Anche il grande Luchino Visconti notò la serenità e la bellezza del giovane tenore e lo scelse per “La Vestale” che stava preparando per l’apertura della stagione 1954 alla Scala di Milano.

Proprio in quest’opera, per molte delle più prestigiose del mondo, ha firmato alcune delle serate più memorabili: “Lì ho fatto un’opera che mi ha portato grande fortuna e fama, e tutto questo devo alla Scala”, ha ammesso in un’intervista televisiva.

Da allora, arriverà presto il suo primo spettacolo all’estero, una “Carmen” al Teatro Nazionale di São Carlos a Lisbona. Quindi passerà attraverso il Metropolitan di New York e attraverso altre mecca come Vienna, Londra, Barcellona, ​​​​Filadelfia o Chicago.

BENVENUTO NEL LUOGO E SILENZIO

Il suo successo fu così grande che presto iniziò a stancarlo.

Il ritmo delle sue tournée negli anni Sessanta e Settanta alla fine ha esacerbato le sue paure e insicurezze sul palco, accelerando la sua rottura, e nel 1976, all’età di 55 anni, ha dato la sua ultima rappresentazione d’opera con “Bohéme” a Torre del Lago.

Chiuse così una brillante carriera, pur non tacendo per questo, ma Corelli continuò a cantare ma in sporadici concerti.

E negli anni Ottanta arrivò il silenzio. Il cantante si ritirò nel suo appartamento di Milano, che lasciava solo per viaggiare di tanto in tanto a New York, Montecarlo o Cortina, nelle Alpi.

In questi anni di saggezza, lontano da pressioni e critiche pubbliche, strinse una forte amicizia con Mario Del Monaco, uno dei tenori più influenti della lirica italiana, e si dedicò all’insegnamento del canto, con Andrea Bocelli come allievo.

Nel 2003 il cantante muore a Milano per un ictus.

Gonzalo Sanchez

Lance Norris

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